Contratto di locazione di natura transitoria

Ritorniamo ancora una volta sull’argomento del contratto di natura transitoria perché continuiamo a rilevare che vengono stipulati tali contratti senza rispettare le prescrizioni previste dall’art. 5 L. 431/1998.

Questo è un tipo di contratto a schema rigido non modificabile che:

– può avere una durata non superiore a 18 mesi e non è rinnovabile;
– può essere utilizzato SOLO per soddisfare esigenze abitative temporanee ma non turistiche.

Tali esigenze, che possono essere sia del locatore che del conduttore, devono essere legate ad un evento certo a data prefissata, adeguatamente giustificate e specificate.

Tra le esigenze del locatore vi è per esempio quella di dover destinare l’immobile ad abitazione propria o dei figli o dei parenti entro il secondo grado che contraggano matrimonio o rientrino dall’estero oppure dover eseguire lavori di ristrutturazione comprovati da idoneo titolo edilizio abitativo.

Tra le esigenze del conduttore vi è quella di un contratto di lavoro a termine, si badi bene, in un Comune diverso da quello di residenza, è chiaro quindi che

NON È POSSIBILE utilizzare un contratto di natura transitoria quando il contratto di lavoro a termine SIA NELLA STESSA CITTÀ IN CUI SI RISIEDE;

oppure l’acquisto di un’abitazione che si renda disponibile entro 18 mesi;

o ancora per motivi legati allo svolgimento di campagna elettorale; come anche il dover ristrutturare la propria casa che quindi divenga temporaneamente inutilizzabile.

NON E’ POSSIBILE, come purtroppo spesso si vede, adoperare tale contratto per le normali esigenze abitative non transitorie, a pena di pesanti conseguenze.
L’articolo 2 del DM 16/01/2017 infatti afferma che i contratti transitori sono ricondotti alla durata di quattro anni + quatto (in pratica si trasformano in un contratto di locazione “libero”) in caso di inadempimento delle modalità di stipula appositamente previste.

Paolo Bocchi
Asppi Ferrara – Sede territoriale di Copparo
Tel. +39 0532 863756